venerdì 17 febbraio 2012

Google (non) censura a dovere la Pirateria.

Le associazioni dei discografici hanno nel mirino Google: a quanto pare sembra valutino l'eventualità di far causa all'azienda di Mountain View con l'accusa di trarne del profitto dalla pirateria e di ostacolare gli sforzi dei titolari dei diritti d'autore per ridurre la disponibilità di contenuti illegali in Rete.

La RIAA e IFPI, avrebbero chiesto un parere giuridico in segreto, per trovare il modo di obbligare Google ad intensificare le possibili soluzioni anti-pirateria, anche ipotizzando una causa giudiziaria.

Già nel dicembre 2011, la IFPI aveva più volte ripreso Google, in quanto non manteneva fino in fondo le promesse riguardo ad una stretta collaborazione nella lotta contro la pirateria; insinuando che l’azienda traeva solo profitti, sulle pubblicazioni di contenuti illegali.

Fra le richieste, c'era quella di “oscurare” alcuni domini dai risultati delle ricerche, perché trattasi di siti noti per violazione di copyright.


Le novità in merito sono trapelate in un documento che le associazioni hanno girato ai dirigenti dell’industria musicale, nel quale si intuisce che ci siano dei negoziati con Google, al fine di ottenere una maggiore concentrazione di forze nel combattere la pirateria.
Google dal canto suo, ha già fornito una speciale interfaccia di ricerche di massa per individuare siti che pubblicano contenuti che violano i copyright.
Nel suo utilizzo, l'IFPI ha trovato oltre 450.000 risultati negli ultimi 5 mesi del 2011 e molti sono stati segnalati alle forze dell'ordine e/o chiusi per volere dell'industria musicale.

A quanto pare tutto questo non sembra accontentare le associazioni: nello stesso documento si rammenta il fatto che Google continua a non dare la priorità ai siti legali di musica, rispetto a quelli illegali nei risultati delle ricerche.

Se si andasse per vie giudiziarie, Google probabilmente verrebbe accusata di abuso di posizione dominante e di pratiche anticoncorrenziali.

Siamo ad un bivio, in quanto la censura della rete può portare ad una strada giusta o sbagliata, il problema è che questo limiterebbe di fatto la libertà della rete.


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